La svolta della Carnia
C’è uno chef, Gianni Cosetti, anima del Roma di Tolmezzo per tanti anni (dal 1969 al 1991), a cui la Carnia e pure il Friuli devono molto.
Veronelli ha definito i suoi menù “immensi, inarrivabili, superiori”. Critici enogastronomici, chef del calibro di Ducasse e Bocuse, intellettuali si sono tutti appassionati alla sua cucina, che non a caso ha meritato la stella Michelin.
Gianni Cosetti era uno chef-ricercatore che si spingeva in paesini sperduti, dove cercava il contatto con le donne del posto per raccogliere ricette, consigli. Al tempo stesso familiarizzava con il mondo dei boschi o delle malghe, perché è da lì che avrebbe attinto gli ingredienti per i propri piatti, così le verdure dall’orto di famiglia e i polli e maiali ruspanti dagli allevatori locali.
Il senso della sua cucina lo ha svelato nel libro Vecchia e nuova cucina di Carnia in cui, dopo l’importante operazione di codifica di ricette perlopiù orali, la sua mano è subentrata per una rivisitazione delle stesse. E che tocco riusciva a dare!
Gianni Cosetti era un uomo assolutamente imprevedibile e originale: in apparenza coriaceo, era capace di accompagnare personalmente i suoi ospiti a visitare il museo carnico piuttosto che qualche paesino dei dintorni. Il messaggio è chiaro: “cercate di capire in che contesto vi state calando!”. Proverbiali le scenografie che curava in prima persona, in certe occasioni in particolare, riproducendo, in sala, imponenti ambientazioni naturali che lasciavano basiti gli ospiti.