Mauro oggi si discute molto delle misure, anche e
soprattutto economiche, per fronteggiare la crisi causata dal coronavirus; cosa
pensi sia necessario fare prima di tutto?
“Unirsi! Il settore dell’ospitalità, e qui intendo tutti, dagli hotel
ai b&b fino ai ristoranti, ha sempre avuto due caratteristiche; muoversi in
ordine troppo sparso e ancora adesso è così, basta guardare alle decine di
prese di posizione diverse delle varie organizzazioni di categoria, e non aver
mai chiesto soldi pubblici per sostenere il comparto. Devono cambiare entrambe
le cose: diventare una sola voce del coro, e con questo intendo l’intera
filiera, compresi i fornitori delle strutture, e chiedere sostegni, ma non
a pioggia come si rischia di fare diluendo i contributi fino a renderli
inefficaci. I contributi vanno dati, in misura consistente, a chi investirà
per fronteggiare in modo nuovo il mercato; a chi rifarà le camere, a chi
riadatterà i locali, e via di questo passo. Questa è una situazione dove c’è il
tempo e la forza per ripensare tutto il mondo dell’ospitalità, anche con nuovi
concetti che ci renderanno ancora competitivi”.
L’Italia avrà bisogno di una grande campagna di promozione per ritornare ad
avere un ruolo sul mercato internazionale?
“Paradossalmente se non si devono spendere soldi sarà proprio in
promozione. Questa situazione ha messo in luce proprio i valori e la
straordinaria bellezza dell’Italia. Migliaia di immagini, di video, di parole
si stanno ricorrendo sui social, sulle televisioni di tutto il mondo. Una
promozione che racconta la verità è quella che è in corso. La migliore e più
sincera delle promozioni per tutti noi. Quei soldi risparmiati possono andare a
sostenere gli investimenti concreti nel comparto”.
La stagione turistica principale, quella estiva, sarà molto compromessa?
“Le decine di miliardi che ci arrivano, ogni estate, dal turismo estero,
quest’anno difficilmente si vedranno. E anche i turisti italiani, con il
problema della cassa integrazione, delle ferie fatte al posto delle chiusure
prima dei decreti, avranno difficoltà a muoversi. Ma il problema vero,
quello più serio, sarà la paura che, ancora fino alla scoperta e utilizzo
del vaccino contro il coronavirus, ci attanaglierà. Questo è il dramma più
grande che ci troveremo ad affrontare tutti”.
Come si potranno incentivare i consumi turistici? C’è chi propone detrazioni
fiscali totali…
“Può essere una strada, anche se la vedo complicatissima per il nostro
sistema. E poi il problema vero è la necessità di immettere liquidità nelle
imprese. Un ristorante, ad esempio, per come è organizzato, ha una capacità
di resistenza, senza poter lavorare, di pochissime settimane. Oggi è
necessario, più che lo sgravio fiscale di chi fa turismo, emettere una sorta
di bond vacanza, dove il valore di 1.000 euro sia ripartito tra utente, stato e
impresa, con un risparmio per chi decide di fare vacanza in Italia. Occorre
un’iniezione di fiducia tra le parti. Solo così torneremo ad essere una
bella Italia. Con la fiducia tra le persone!”
Luigi Franchi