Nel settembre di quello stesso anno le forze tedesche circondarono la capitale francese e diedero inizio ad un assedio che interruppe la maggior parte delle forniture alimentari per il sostentamento degli abitanti. Nonostante questa tattica fosse prevedibile e il ministero dell’Agricoltura francese avesse già raccolto quanti più prodotti alimentari e combustibili possibili per un eventuale razionamento, i parigini furono profondamente colpiti dalla carestia che ne derivò. Le fonti di cibo erano sempre più scarse, tanto che ad un mese dall’inizio dell’assedio i funzionari parigini permisero ai mercati di vendere carne di cavallo, fino ad allora considerata un grande tabù alimentare.
Verso la metà di novembre, quando il razionamento era ancora in pieno vigore, ad una bancarella in Rue Rochechouart fu concesso vendere per la prima volta carne di animali domestici, come cani e gatti, oltre a qualche ratto. Nel frattempo si avvicinava il Natale, e con lui anche la grande preoccupazione dei ristoratori della città, che non avevano idea di cosa poter cucinare durante il periodo delle feste. L’allora celebre ristorante Voisin, situato in rue Saint-Honoré e guidato dallo chef Alexandre Etienne Choron, il 25 dicembre presentò un menù allo stesso tempo macabro e sorprendente. Grazie a degli accordi con il Jardin d’Acclimatation, allora conosciuto come uno degli zoo della città, il ristorante acquistò la maggior parte degli animali ospitati all’interno del parco, che divennero poi gli sfortunati protagonisti del pranzo natalizio, all’interno di piatti come lo stufato di canguro, il brodo di elefante e le costolette di orso con salsa ai peperoni. Solamente alcuni animali vennero risparmiati, probabilmente per la difficoltà nell’ucciderli, come leoni, tigri ed ippopotami; altri, come le scimmie, per il senso di colpa dovuto alle loro caratteristiche fisiche simili a quelle umane.